2. Le 10 parole della vocazione

Ascolto

Se "ricerca" è la prima parola per trovare la propria vocazione, "ascolto" è il secondo termine indispensabile per poter realizzare ogni progetto di vita. Infatti l'ascolto fa da cornice all'inizio di ogni cammino vocazionale.

In un'epoca in cui siamo sommersi da parole, suoni e immagini, quanto è complicato ascoltare non solo gli altri, ma forse ancora di più noi stessi! Tutti parliamo ma siamo diventati quasi incapaci di ascoltare un Dio che ci parla in tanti modi, e quindi di ascoltare noi stessi, chi si trova accanto a noi, il creato, la storia.

1. Le 10 parole della vocazione 01

Link alla Bibbia

Se leggiamo attentamente la Sacra Scrittura, emerge con chiarezza che vi è un inscindibile legame tra la fede e l'ascolto della Parola del Signore. Senza l'ascolto, la Parola non avrebbe la centralità che le compete, ma rimarrebbe ai margini della vita. Già nel rito del battesimo il sacerdote nel gesto dell'effatà, toccando la bocca e le orecchie del neo-battezzato, prega affinché possa presto ascoltare la Parola di Dio e professare la fede. Nel vangelo di Luca (1,26-38), Maria di Nazareth ci viene presentata in ascolto delle parole dell'angelo Gabriele. È lei la donna dell'ascolto, colei che è raffigurata con l'orecchio teso perché capace di rimanere in silenzio per fare spazio alla voce di Dio.
In Maria l'ascolto di Dio ha prodotto una trasformazione profonda della propria vita. È ascoltando che la Parola si fa carne e la giovane di Nazareth diviene Madre del Salvatore.
Maria ci ricorda che il primo passo per entrare in relazione con il Signore è quello di ascoltare. Allora ognuno di noi è invitato a mettersi in ascolto di un Dio che è vivo, ama parlare in tanti modi e a volte sorprenderci con proposte mai pensate prima.

Come per Maria possono esserci momenti di buio, di crisi perché la strada da percorrere non è subito comprensibile, dobbiamo imparare da Lei, quindi, a dare tempo, a saper attendere con pazienza e speranza, perché Dio parla sempre attraverso la storia e la vita di ciascuno di noi.

Le 10 parole della vocazione 02

Link al sociale

Tutti sappiamo che saper ascoltare non è questione di un udito ben funzionante, ma anzitutto è un'azione da imparare molto presto nella vita e da sviluppare ogni giorno con coraggio, consapevolezza e attenzione. Ascoltare è accogliere la presenza dell'altro. L'ascolto è il primo e fondamentale modo di incontrare qualcuno. Io incontro l'altro ascoltandolo. In realtà oggi l'ascolto dell'altro sembra diventato un valore di rara preziosità e, considerato da alcuni, addirittura un'emergenza sociale. Infatti, se da una parte l'esercizio dell'ascolto consente di raccogliere informazioni utili o trovare metodi efficaci per raggiungere i propri scopi, dall'altra ascoltare richiede la capacità di fare spazio all'altro, di lasciare da parte il proprio punto di vista per entrare in empatia, cioè comprendere, sentire i pensieri e le emozioni di chi parla e anche il suo non-detto.

Ascoltare non è per nulla facile! Nel Documento Finale del Sinodo sui Giovani, che si è svolto a Roma dal 3 al 28 ottobre 2018, vi è descritto con molta chiarezza il significato dell'ascolto: «È un incontro di libertà, che richiede umiltà, pazienza, disponibilità a comprendere, impegno a elaborare in modo nuovo le risposte». Ostacolo per un ascolto autentico è dunque la pretesa di sapere già quello che l'altro ha da dirci ancor prima di averlo ascoltato. Un ascolto sano richiede la capacità di liberarsi dalla autoreferenzialità, dai pregiudizi che a volte anche gli articoli di un sito, i post di un blog o quelli di un profilo social tendono ad alimentare, favorendo la possibilità di coltivarli e di esprimerli. Occorre fare lo sforzo di comprendere l'altro mettendo a tacere anzitutto i nostri pensieri e dimostrargli interesse con l'atteggiamento, con lo sguardo e con la postura del corpo. Quindi importante è ascoltare più che parlare perché - come già il saggio Talète scriveva – «Gli Dei hanno dato agli uomini due orecchie e una bocca per poter ascoltare il doppio e parlare la metà» (624 a.C.).

 

Le 10 parole della vocazione 03

Link alla vita

Secondo una ricerca si afferma che una persona media ascolta per diciassette secondi prima di interrompere e cominciare a parlare lei. Nelle relazioni interpersonali questo appare come un modo per manifestare il proprio potere. «Non permettere a qualcuno di completare una frase – secondo uno psicologo americano – veicola messaggi come "voglio che tu smetta di parlare" o "ciò che ho da dire in questo momento è più importante di ciò che stai dicendo tu"». Ne consegue che un presupposto necessario per saper ascoltare, più che nella tecnica, risiede nella capacità di auto-conoscersi per fare posto agli altri, senza precomprensioni, superando la propria voglia di protagonismo e di egocentrismo. Chi è nato nell'era digitale ha un grande compito: quello di non perdere la capacità di ascoltare per evitare di dimenticare di ascoltarsi dentro. Avere perennemente due auricolari nelle orecchie non rischia di rendere solo sordi, ma forse anche ciechi e, più ampiamente, insensibili alla presenza del mondo che ci sta intorno.
Per avere il coraggio di rischiare di scegliere fino ad impegnarsi a tempo pieno per realizzare i propri sogni, occorre aver maturato l'esperienza di saper ascoltare l'altro, il diverso da me, per non diventare semplicemente degli spettatori della nostra stessa esistenza, ma "protagonisti nel bene".

Le 10 parole della vocazione 04

Link al testimone

Ezio Bosso è un compositore, pianista e direttore d'orchestra di fama internazionale. Dal 2011 è affetto da una malattia neurodegenerativa progressiva, che non ha però ostacolato il suo talento, la sua passione: la musica. Nel 2018 è stato ospite al Parlamento Europeo per la conferenza di alto livello sulla cultura europea. In oltre 6 minuti di discorso ha concluso il suo commovente intervento con queste parole: «La musica è una fortuna che condividiamo. E ci insegna la cosa più importante che esiste: saper ascoltare e ascoltarci. Un musicista non è chi suona più forte ma chi ascolta più l'altro, e, da lì, i problemi diventano opportunità».

E tu prova a chiederti:

• Senti che Dio ...ti parla, ti ascolta? O sperimenti il «silenzio» di Dio?
• Cosa provi quando non vieni ascoltato?
• Come vivi l'ascolto di te stesso? Delle persone che ti sono accanto?
• Chi hai ascoltato quest'oggi? Chi ti ha ascoltato quest'oggi?

 

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