Una giustizia alta e altra

Questioni e riflessioni sulla mediazione, secondo il modello filosofico elaborato dall’Autrice, utili non soltanto agli addetti ai lavori, ma a tutti i cittadini civicamente impegnati: per scorgere nei conflitti una palestra dove allenarsi alla cittadinanza.

Maria Martello è formatrice alla Mediazione per la risoluzione pacifica dei conflitti. Nella sua ultima fatica editoriale, Una giustizia alta e altra. La mediazione nella nostra vita e nei tribunali, presenta questioni e riflessioni di estrema attualità e di immediata utilità per chi si occupa di mediazione nei conflitti, ma non solo: soprattutto conduce il lettore a una maggiore consapevolezza di sé e dell’altro, che il disaccordo fa emergere. Scrive la Martello nel prologo: «Dobbiamo volere e adoperarci perché la nostra società abbia una nuova opportunità per risolvere un conflitto, divenuto contenzioso, con regole diverse da quelle giuridiche».

Il libro prende spunto dalle parole della ministra Marta Cartabia: «C’è modo e modo per risolvere il conflitto: quando lo si risolve con la spada resta sempre una cicatrice che fatica a ricomporsi, ma quando si ricorre alla mediazione possiamo avere un effetto rigenerativo».

Una giustizia alta e altra è un libro pensato non soltanto per gli addetti ai lavori – giuristi, mediatori ecc. – ma per tutti i cittadini civicamente impegnati. Propone infatti un modello culturale, la mediazione (secondo il modello filosofico elaborato dall’Autrice), adatto ad ogni situazione di conflitto, intendendo quest’ultimo come una palestra dove allenarsi alla cittadinanza. E porta così a riflettere sul senso del giudicare, tra categorie del passato e quelle che si aprono col nuovo metodo.

Il volume è impreziosito dalla prefazione è della teologa Cristina Simonelli.


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